La sterilizzazione

L’IMPORTANZA DELLA STERILIZZAZIONE

Uno stereotipo comune: “Sterilizzare è contro natura!”

Non esiste niente di naturale nel modo in cui sono stati selezionati dall’uomo, nel corso dei secoli, gli animali cosiddetti “da compagnia”, e tanto meno nel modo in cui vengono nutriti e fatti vivere nei nostri appartamenti e nei nostro giardini. Animali come questi non possono essere reintrodotti in natura, perché non sarebbero in grado di sopravvivere. Per questo motivo non ha alcun senso sottoporli alla sofferenza di un istinto che non possono soddisfare, oppure peggio ancora permetter loro di mettere al mondo altri animali che rischiano l’abbandono, solo per non offendere la nostra sensibilità nei confronti di una presunta “naturale” integrità. Chiunque ha tenuto prigioniero un animale non sterilizzato sa quanto soffra durante il calore, contorcendosi e mugolando, diventando aggressivo, per l’impossibilità di accoppiarsi.

La sterilizzazione è l’unico modo per tenere sotto controllo la dimensione di una colonia felina, e di limitare le malattie che si trasmettono durante le lotte per l’accoppiamento, come la FIV. Ricordiamo inoltre che la mortalità in cucciolate in colonie non seguite è molto alta.

Alla luce di tutto questo, la sterilizzazione dei propri animali rappresenta l’unica scelta responsabile per la prevenzione dell’abbandono e dei problemi che la causano.

La sterilizzazione e il suo effetto benefico

La sterilizzazione ha effetti benefici sulla salute dei nostri animali, sia maschi che femmine, in quanto previene diverse patologie tumorali

  • tumore mammario, alle ovaie e all’utero nelle femmine
  • tumore ai testicoli e alla prostata nei maschi

Durante il calore, si sviluppano grandi quantità di ormoni; il continuo alternarsi di ormoni con azione opposta (estrogeni e progesterone) provoca spesso patologie oncologiche ma anche patologie comuni come le endometriti e la gravidanza isterica, che a sua volta può provocare il tumore. Nei maschi gli ormoni possono provocare prostatiti e ipertrofia prostatica, causando nel cane adulto dolore e difficoltà a urinare.

Un maschio adulto intero, cioè non castrato, manifesta una serie di atteggiamenti come miagolare incessantemente per “chiamare” le femmine, lottare con altri maschi, marcare il territorio spruzzando di urina l’ambiente in cui vive (quindi i vari angoli di casa!) lasciando un odore sgradevole e penetrante. Se non ha la possibilità di accoppiarsi, il micio è costretto a vivere in un permanente stato di frustrazione in quanto è in grado di percepire gli stimoli ormonali prodotti dalle femmine anche a grandissima distanza! La sterilizzazione precoce del maschio, quindi, oltre a prevenire comportamenti per noi molto fastidiosi, garantisce al gatto di casa una vita sicuramente più serena! Se invece può andare in giro, i vantaggi della castrazione sono anche di ordine sanitario, perché i gatti non sterilizzati tendono al vagabondaggio, con tutti i rischi che ne conseguono: essere investiti dalle auto, contrarre infestazioni da parassiti, micosi e provocarsi ferite in seguito ai combattimenti. Le ferite poi comportano infezioni e ascessi per la cui guarigione sono richieste pesanti cure antibiotiche e, inoltre, aumentano il rischio di contrarre gravissime malattie come la leucemia felina FeLV e la FIV, cioè l’immunodeficienza felina.

Nel caso della gatta, il motivo principale per cui viene eseguita la sterilizzazione è senza dubbio la prevenzione delle gravidanze indesiderate che comportano inevitabilmente la gestione dei gattini. Se si considera che una gatta può avere almeno 2-3 gravidanze all’anno, si tratta di un problema importante: garantire casa e famiglia a 10-15 gattini all’anno è pressoché impossibile! Per quanto riguarda invece la salute della micia, i problemi sanitari sono sovrapponibili a quelli del maschio: le gatte in calore tendono ad allontanarsi da casa con il rischio di incidenti e con l’accoppiamento possono contrarre gravi malattie, infezioni e parassiti. Inoltre, se la gatta viene sterilizzata precocemente, si riduce moltissimo il rischio di sviluppo di tumori mammari (quasi sempre maligni), dell’utero e si scongiura il rischio di piometra (infezione purulenta dell’utero). Quando la micia vive in appartamento, il suo comportamento durante l’estro (o “calore”) non è solo sovrapponibile a quello del maschio, ma è molto peggio! Se non ha possibilità di accoppiarsi, i calori si fanno molto frequenti con conseguenti problemi di convivenza: miagolii insistenti giorno e notte, marcature urinarie…Il guaio è che, se la micia non si accoppia, il calore non termina! Di solito le prime manifestazioni iniziano verso febbraio con insistenti miagolii per 4-5 giorni, seguono interruzioni di qualche giorno e poi ricominciano i miagolii: si va avanti così fino ad autunno inoltrato! Le altre manifestazioni tipiche di una gatta in calore sono: sollevare il posteriore quando viene accarezzata sulla base della coda, accucciarsi a terra nella posizione dell’accoppiamento con la coda di lato, rotolarsi per terra e cercare insistentemente le coccole. Se la gatta vive sempre in casa, è una vera e propria tortura lasciarla in queste condizioni, anche perché tutto questo comporta inevitabilmente maggior nervosismo, aggressività della micia e tentativi di fuga!

Gli effetti psicologici positivi della sterilizzazione

Con la sterilizzazione, gli animali maschi tendono a perdere l’aggressività verso estranei e altri animali, legata alla protezione del proprio ambiente, e i comportamenti come la marcatura del territorio con l’urina.

Nelle cagne si elimina il rischio di deviazioni dell’istinto materno, come le false gravidanze che oltre a portare alterazioni organiche come le mastiti, possono sfociare in comportamenti aggressivi dovuti all’istinto di difesa della prole, anche se inesistente. Sia nei maschi che nelle femmine si attenuano l’eccessiva esuberanza e i comportamenti ossessivi nei confronti di oggetti o membri della famiglia.

La sterilizzazione viene eseguita in anestesia totale, si tratta dunque di un intervento non doloroso, ormai sicuro e certamente meno pericoloso di una gravidanza o di un parto. La convalescenza nella femmina dura un paio di giorni, mentre il maschio tornerà normale una volta terminato l’effetto dell’anestesia.

Gli interventi per sterilizzare un animale sono diversi e sarà il veterinario a scegliere quello più adeguato a seconda della situazione.

Sterilizzare una Femmina

Ovariectomia: l’asportazione delle ovaie elimina il calore e, se effettuata entro il primo anno di età, sembra essere l’unico mezzo efficace nella prevenzione dei tumori mammari e dell’utero.

Ovarioisterectomia: l’asportazione completa sia delle ovaie che dell’utero si esegue se l’animale è già in età più avanzata o in presenza di problemi uterini. Ha gli stessi effetti dell’Ovariectomia.

Legatura delle tube: è un intervento che si limita a evitare il concepimento ma non elimina il calore e le manifestazioni amorose. Per questo motivo non protegge la femmina da infezioni malattie sessualmente trasmissibili e non evita i comportamenti legati all’estro, inoltre non ha effetto di prevenzione sulle patologie dell’apparato riproduttivo e sui tumori mammari. Nella gatta la sola legatura delle tube può portare a continui calori, nella cagna a gravidanze immaginarie, perciò si tratta di un intervento generalmente sconsigliabile.

Sterilizzare un Maschio

Orchiectomia o Castrazione: l’asportazione dei testicoli elimina l’istinto sessuale e impedisce la fecondazione. Inoltre rende il carattere meno aggressivo riducendo così le fughe e i combattimenti con altri animali, che possono portare a ferite, infezioni o trasmissione di malattie. Ha importanti effetti preventivi nei confronti dei tumori dell’apparato riproduttivo.

Vasectomia: la resezione del dotto spermatico evitano la fecondazione della femmina, ma lasciano inalterati il quadro ormonale e l’istinto riproduttivo del maschio, esponendolo ai rischi connessi (fughe, combattimenti e malattie sessualmente trasmissibili). Inoltre l’intervento non ha alcun effetto preventivo sulle patologie tumorali. Può essere scelto solo nei casi in cui la castrazione è sconsigliata.

Le resistenze psicologiche umane contro la sterilizzazione

Anche se è dimostrato che cani e gatti sterilizzati godono di ottima salute psico-fisica, molte persone hanno ancora delle resistenze nei confronti di questo intervento, che secondo loro snatura l’animale e lo priva dell’esperienza del sesso e della riproduzione. Sarebbe però un errore “umanizzare” i comportamenti degli animali. L’impulso sessuale, che per l’uomo è un insieme complesso di fisicità ed emotività che coinvolge anche il senso di identità personale, per l’animale è un semplice istinto, al quale deve obbedire costretto da forze più grandi di lui e per il quale è spinto talvolta a mettere a repentaglio la propria vita. La vera sofferenza e frustrazione è quella provata da un animale non sterilizzato, che continua a provare l’istinto alla riproduzione, ma viene tenuto prigioniero. Una volta privato di quell’istinto, l’animale non ne ha coscienza e quindi non soffre: le femmine non vanno più in calore e i maschi non ne sono più attratti, evitando frustrazioni e fughe .

Qual è l’età giusta per sterilizzare un animale?

Nelle femmine di gatto è consigliabile intorno ai 6 mesi di età, verso i 7/8 mesi per il gatto maschio. È comunque sempre consigliabile la valutazione del veterinario. L’intervento di sterilizzazione è tanto più protettivo nei confronti dei tumori dell’apparato riproduttivo, tanto più viene effettuato in età precoce, meglio se prima del primo calore.

La credenza popolare secondo la quale sarebbe necessario far fare una prima cucciolata alla femmina prima di sterilizzarla è completamente falsa e inventata, non ha alcuna base scientifica e qualsiasi veterinario potrà smentirla. Al contrario, nelle femmine la probabilità di insorgenza di tumori mammari si riduce tanto più quanto più la sterilizzazione viene effettuata in giovane età: se si agisce prima del primo calore si riduce quasi a zero.